mercoledì 5 marzo 2008

Da aggiungere al programma di una sinistra postmoderna

In questa campagna elettorale i candidati premier sembrano non essere in grado di interpretare in senso postmoderno il cambiamento della società, della politica dell'economia, di quello che in sintesi tutti chiamano globalizzazione.

Anche la sinistra è in crisi, anzi forse la sinistra è più in crisi di altri partiti perchè ha subito il postmoderno come prevaricazione del capitalismo sul comunismo, come vittoria dell'adiaforizzazione, dell'efficienza, come imposizione del totalitarismo metodologico.

Ecco perchè quella forza che è sempre stata di cambiamento oggi pare essere una forza di conservazione. Antica, vetusta, scollegata dall'analisi politico-economico-sociale della realtà, proprio quella sinistra che aveva fatto del materialismo la bandiera della propria funzione storica di emancipazione e liberazione delle donne e degli uomini.

Ecco perchè, ascoltando i discorsi di Bertinotti mi è venuto in mente di proporre un programma per la Sinistra affinchè essa sia Postmoderna e Globale. Pochi punti, da commentare e approfondire. Se mai nel mare internautico....chissà... messaggi nella bottiglia...



1. Riforma della BCE mediante il modello della concertazione con le rappresentanze dei risparmiatori;

2. Un modello di welfare che sia fondato sulla persona , con meccanismo di assistenza e previdenza rivolti ai singoli, oltre che alle famiglie;

3. Una estensione dell’elettorato passivo ai sedicenni e agli extracomunitari regolari sia per la Camera che per il Senato;

4. L’istituzione di una Autorità per i diritti del cittadino che valuti l’ immanenza dei diritti sostanziali sanciti dalla Dichirazione dei diritti dell’uomo e dalla Costituzione Italiana rispetto all’Unione europea e al legislatore ordinario;

5. Riforma del Sindacato creazione del “Labour governance” un ente ibrido di common law che sia specializzato in 4 aree: eliminazione della disoccupazione, riduzione del precariato, creazione di lavoro a tempo indeterminato con percorso di carriera flessibile, pensione e sua funzionalizzaizone sociale;

6. Fondazione dell’Agenzia per la trasformazione della disoccupazione, un’ente ibrido, pubblico-privato, ma sottoposto al governo, che abbia il compito di controllare la qualità dei disoccupati , preoccupandosi che questi siano pronti per l’inserimento nel mercato del lavoro;

7. Una riforma della Corte Costituzionale sottoposta ad un controllo dei gruppi di pressione qualificati per tipologia di rappresentanza;

8. Fondere l’INPS e tutti gli enti di previdenza e assistenza nell’IREC, Istituto per il reddito di cittadinanza , creare una base, il reddito minimo di cittadinanza, sul quale si innesti un modello di welfare personalizzato;

9. Istituire lo Stato di polizia tributaria, con la possibilità di aprire il mercato dell’accertameto tributario ai privati, con l’obbiettivo di controllare tutti i movimenti di merci, capitale e lavoro da sottoporre a tassazione potenziale,attraverso la determinazione del volume tassabile reale;

10. Istituire il magistrato economico per giudicare in materia di collisione tra proprietà privata e human rights, secondo il principio della maggiore esternalità negativa individuale e sociale;

11. Introdurre meccanismi di partecipazione orizzontale rispetto al Parlamento e al Governo agli enti rappresentativi di interessi costituiti e iscritti in un apposito albo publico;

12. Istituire il Board of sovereigntyche misuri la capacità da parte del governo di resistere alle pressioni dei gruppi internaizonali e che monitori il tasso di influenza dell’Italia e delle imprese italiane nella globalizzazione.




Sono dei punti semplici che potrebbero dare ai cittadini la sensazione che la sinistra ha compreso il passaggio alla globalizzaizone e si candida al suo cambiamento, magari anche radicale, secondo valori di sinistra, che molto spesso sono i valori costituenti della società, ma che nello stesso tempo voglia essere una sisnitra di governo nella globalizzazione libertaria.

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