lunedì 17 marzo 2008

NO ALLE OLIMPIADI A PECHINO 2008

NO ALLE OLIMPIADI A PECHINO 2008

Troppo facile

CONSIDERAZIONI CIRCA LE DICHIARIAZIONI DELL'ONOREVOLE DELLA VEDOVA E DELL'ONOREVOLE MARONI


L'onorevole della Vedova dice che esiste una inflazione dovuta alle inefficienze della catena distributiva.

In realtà la scienza economica da tempo ha dimostrato che il prezzo sale quando i mercati non sono concorrenziali, per il semplice motivo che si creano dei passaggi obbligati che fanno accrescere il prezzo dei beni.

Il mercato tende ad assumere allora la struttura dell'oligopolio, o in alternativa, è sottoposto al controllo di enti privati, che realizzano la strategia del "monoplista discriminante", si avvertono cioè come monopolisti, ed utilizzano il proprio potere di mercato per fare crescere il prezzo ( anche se magari non sono dei veri e propri monopolisti).

E dunque in questo caso ci domandiamo che fine ha fatto il potere dell'Autorità per la Concorrenza e il Mercato,che ricordiamo ha il compito di controllare che i mercati operino privi da turbative e nella massima efficienza?

E cosa dire del sistema europeo predisposto a Tutela della Concorrenza?
Perchè questi enti non funzionano?

Sarebbe auspicabile che i parlamentari italiani ed europei smettessero di ragionare circa l'euro, perchè tanto a meno di una riforma della BCE, l'euro rimarrà nel dominio delle banche. I parlamentari dovrebbero iniziare ad occuparsi delle istituzioni che svolgono funzioni di coordinamento e indirizzo dell'economia, come appunto l'Autority, poichè nei confronti di queste istituzioni hanno più potere di controllo rispetto alla BCE.

Delle due l'una o i Parlamentari agiscono auspicando l'intervento dell''Autority oppure iniziassero a pensare ad una riqualificazione del monetarismo post-miltoniano, in chiave più europea.Troppo facile dare la colpa al cambio lira/euro.Troppo facile...


Per quanto riguarda invece la proposta della Lega, bè effettivamente è una proposta che vent'anni fa poteva andare bene. Vent'anni fa non c'era la globalizzazione, non c'era l'Europa, non c'era l'euro, non c'era la distinzione tra politica fiscale e politica monetaria così netta come invece si è manifestata dopo la creazione dell'Ue in puro stile old-right statunitense.

Ma oggi cosa accadrebbe se si realizzasse una prosta del genere?

Sarebbe certamente una tragedia poichè è chiaro che il sistema del cosidetto regionalismo economico, voluto fortemente dalla Lega dell'onorevole Maroni, oggi deve essere inserito nella prospettiva di una Europa che con grandi sforzi cerca di omologarsi di compattarsi in modo da essere l'unico ente solido in quella che Zygmut Bauman chiama la modernità liquida.
Oggi, dopo la modifica del titolo V della Costituzione, è chiaro che è necessario introdurre elementi di coordinamento nell'economia sia tra le regioni d'Italia che tra le regioni d'Europa.

In questo senso del resto si sviluppa anche l'intero sistema tributario europeo, che premia gli scambi tra gli Stati dell'Unione. Insomma la Lega ha ormai svolto la sua missione storica, è ora che cambi proposte di politica economica, che pure è stato il suo forte. Troppo facile dire che il salario regionale non si può fare per colpa della GCIL. Troppo facile.....

martedì 11 marzo 2008

Bagnasco e il tentativo cattolico di monopolizzare la solidarietà

In un mondo che si appiattisce come sostiene Friedman editorialista del NY times, in Italia si cercano nuove gerarchie, si cotruiscono nuove montagni, eterni monoliti, e magari si rispolverano vecchie idee politiche tornate di moda per realizarre operazioni di marketing e comunicaizone politica.

Il Cardinale Bagnasco, a capo della Cei, ha sostenuto la necessità di incrementare il reddito dei lavoratori e di prestare attenzione ai bisogni primari delle persone legati soprattutto alla possiblità di acquistare immobili da destinare ad uso abitativo.

Il Cardinale si è però dimenticato di chiedere il miglioramento della scuola pubblica, della sanità pubblica, il riordino della finanza locale e la riorganizzazione delle imprese municipalizzate, tutte politiche necessarie per realizzare una nuova politica dei redditi.

Sotto il profilo dei servizi sociali infatti l'aumento di salario è una crescita se si accompagna alla gratuità o alla non onerosità delle prestazioni assistenziali, sanitarie, sociali, offerte sul territorio locale.

Sicchè chiedere maggiore salario, motivando questa richiesta con ragioni solidali, non ha senso se dall'altro lato , a livello territoriale i servizi vengono privatizzati o vivono tensioni inflazionistiche.


Ma ovviamente, la trattazione complessiva della materia non può essere seguita fino in fondo nella Chiesa Cattolica che così rischierebbe di perdere terreno nel mercato a somma zero della solidarietà.

Se la solidarietà divenisse appannaggio di uno stato laico, o di imprese laiche, cosa farebbe la Chiesa della sua missione di carità?

Allora meglio lasciare che lo Stato sparisca annegando nella globalizzazione, come modernità liquida, e con esso i suoi principi mutualistici e democratici e riprendere sul territorio la funzione di unico offerente di solidarietà, per tornare ad avere un ruolo, che negli anni della democrazia assistenziale la Chiesa aveva perso, o comunque ridimensionato , sollevandosi però anche dal relativo impegno finanziario, scaricato sullo Stato e sui contribuenti pubblici.

Ora però sprazzi di welfare state ritornano. Il Cardinale chiede una politica dei salari. Del resto, di fronte alla incertezza dell'esistenza un incremento di salario è sempre positivo sotto il punto di vista psicologico.

Tuttavia esso è pure inutile sotto il punto di vista economico.

Perchè la sussidiarietà orizzontale che la Chiesa ha fortemente voluto a livello territoriale, la fuoriuscita dello Stato dalle attività di assistenza "laica", porterà complessivamente ad una crescita del mercato, del privato "sociale" a livello locale, con una crescita dei prezzi per le prestazioni assistenziali e previdenziali, legate cioè al settore dei servizi sociali, senza che tuttavia si riducano le tasse, poichè , come noto questi enti, questo "privato sociale", opera sempre con i fondi dei contribuenti, pure trattenendo autorità e potere presso di se.

Ecco duqnue sveltata la strategia demagogica che risiede dietro la richiesta dell'aumento del salario.

Da un lato si chiede un aumneto di salario per sostenere il bisogno di solidarietà delle famiglie e delle persone e dall'altro si accetta la privatizzazione a livello locale dei servizi assistenziali, acquisendo in ciò maggiore prestigio e potere.

Certo l'incremento del salario è necessario, ma da solo è inutile per incrementare la solidarità, deve accompagnarsi anche ad una politica integrata delle prestazione dei servizi sociali su base territoriale, sottoposta al controllo democratico dei cittadini contribuenti e utenti.

mercoledì 5 marzo 2008

Gianfraco Fini battuto da Giulio Tremonti

La costituzione del Popolo delle libertà ha completamente offuscato la figura politica di Gianfranco Fini e ha annichilito il significato politico della proposta di Allenanza Nazionale.

Dalla svolta di Fiuggi, dicono, che ne è stata fatta di strada.

Certamente lo possiamo vedere, se il problema era quello di arrivare al governo, il problema è stato risolto insieme con quello dell'adeguamento ai tempi della politica postmoderna nella globalizzazione.

Tuttavia, il conservatorismo di Allenanza Nazionale è inesistente nella nuova formazione del Popolo delle libertà.

E addirittura Fini rischia di essere superato, nella gerarchia mediatica del partito da Tremonti.

Fini e gli aderenti ad Allenanza Nazionale c devono sforzarsi di essere in linea con Berlusconi e il gruppoo dirigente di Forza Italia onde evitare manifestazioni di incoerenza mediatica molto pericolose nel periodo preelettorale.

Ne deriva una proposta politica tutta incentrata sulla dimensione fiscale dell'economia nella quale Tremonti e la Lega svolgono una funzione egemonica.

Nè Fini può centrare la campagna elettorale sulla sicurezza e sulla lotta all'immigrazione, dato che la presenza dei cattolici e dei solidaristi liberali, impedisce la realizzazione di tali proclami chge rimangono dunque appannaggio quasi esclusivo della Destra di Storace.

Ne deriva un riposizionamento al ribasso tale per cui Tremonti, e il sistema che fa perno sulle politiche fiscali, sul mercato oligopolisitico, sulla centralità delle banche e sul regionalismo economico, rischiano di egemonizzare il Popolo delle libertà superando i contenuti e le azioni degli aderenti ad Alleanza Nazionale.

... Walter on the mic...o..yeah!!!

Tutti per uno? no! uno per tutti!

Il partito democratico ha cercato di innovare il sistema politico italiano.

Lo ha fatto attraverso il superamento della contraddizione destra/sinistra, nel tentativo di superare il concetto di unità contro il nemico comune, attraverso una proposta che vuole essere nello stesso tempo rappresentativa delle diverse forze del paese e innovativa.

In questo, nel tentativo di tenere insieme l'Italia nelle sue varie rappresentazioni di sè il Partito Democratico è un Partito Postmoderno e dunque potenzialmente capace di affrontare e risolvere le questioni della contemporaneità, ovvero la Globalizzazione, il cambiamento della dimension del lavoro, la mancabza di risorse pubbliche, il gap di competitività degli individui e delle concentrazioni.


Occorre pertanto riconoscere ai dirigenti del Partito Democratico la lucidità e la lungimiranza di questo progetto.

Tuttavia esso non è sufficiente poichè in realtà il popolo del V-day non è rappresentato nelle liste del Partito democratico, che alla fine, ha si aperto le porte alla politica a molti giovaeni e molte donne, ma lo ha fatto con un atteggiamento radical chic, tipico della sinistra aristocratica di cui i ds per tanti anni sono stati la rappresentazione più elitaria.

Vi sono pertanto molti giovani, molte donne e uomini, capaci, qualificati, che sono delusi, o che peggio saranno delusi dal Partito Democratico ed in generale dalla dimensione politica che si sta delinenado.


Quello che viviamo infatti è un piccolo cambiamento, una mini riforma, una rivoluzione marginale.


In questo senso le spinte conservatrici hanno "fermato" il processo di apertura del partito democratico ai movimenti e al popolo del v-day.

Quegli italiani rimarranno duqnue senza rappresentanza.

Colpevole in questo senso il mancato impegno di Grillo, che avrebbe dovuto assumersi la responsabilità delle proprie azioni, e denucniare anche in qeusto momento l'illusione del cambiamento che ancora una ovlta i politici e i mass media stanno dando ai partiti.

MA Grillo tace, non c'è, parlerà dopo, forse, quando i giochi saranno già fatti a dimostrazione di come effettivamente anch'egli appartiene alla tecnosctruttura, non volendo rinuciare alla comoda poltrona di comico, per la svivolosa dimensione politica.

L?italia ha così perso una importante possibilità di riforma del proprio sistema.

Uno per tutti non basta.

occorreva essere tutti (o molti) per uno!.

Da aggiungere al programma di una sinistra postmoderna

In questa campagna elettorale i candidati premier sembrano non essere in grado di interpretare in senso postmoderno il cambiamento della società, della politica dell'economia, di quello che in sintesi tutti chiamano globalizzazione.

Anche la sinistra è in crisi, anzi forse la sinistra è più in crisi di altri partiti perchè ha subito il postmoderno come prevaricazione del capitalismo sul comunismo, come vittoria dell'adiaforizzazione, dell'efficienza, come imposizione del totalitarismo metodologico.

Ecco perchè quella forza che è sempre stata di cambiamento oggi pare essere una forza di conservazione. Antica, vetusta, scollegata dall'analisi politico-economico-sociale della realtà, proprio quella sinistra che aveva fatto del materialismo la bandiera della propria funzione storica di emancipazione e liberazione delle donne e degli uomini.

Ecco perchè, ascoltando i discorsi di Bertinotti mi è venuto in mente di proporre un programma per la Sinistra affinchè essa sia Postmoderna e Globale. Pochi punti, da commentare e approfondire. Se mai nel mare internautico....chissà... messaggi nella bottiglia...



1. Riforma della BCE mediante il modello della concertazione con le rappresentanze dei risparmiatori;

2. Un modello di welfare che sia fondato sulla persona , con meccanismo di assistenza e previdenza rivolti ai singoli, oltre che alle famiglie;

3. Una estensione dell’elettorato passivo ai sedicenni e agli extracomunitari regolari sia per la Camera che per il Senato;

4. L’istituzione di una Autorità per i diritti del cittadino che valuti l’ immanenza dei diritti sostanziali sanciti dalla Dichirazione dei diritti dell’uomo e dalla Costituzione Italiana rispetto all’Unione europea e al legislatore ordinario;

5. Riforma del Sindacato creazione del “Labour governance” un ente ibrido di common law che sia specializzato in 4 aree: eliminazione della disoccupazione, riduzione del precariato, creazione di lavoro a tempo indeterminato con percorso di carriera flessibile, pensione e sua funzionalizzaizone sociale;

6. Fondazione dell’Agenzia per la trasformazione della disoccupazione, un’ente ibrido, pubblico-privato, ma sottoposto al governo, che abbia il compito di controllare la qualità dei disoccupati , preoccupandosi che questi siano pronti per l’inserimento nel mercato del lavoro;

7. Una riforma della Corte Costituzionale sottoposta ad un controllo dei gruppi di pressione qualificati per tipologia di rappresentanza;

8. Fondere l’INPS e tutti gli enti di previdenza e assistenza nell’IREC, Istituto per il reddito di cittadinanza , creare una base, il reddito minimo di cittadinanza, sul quale si innesti un modello di welfare personalizzato;

9. Istituire lo Stato di polizia tributaria, con la possibilità di aprire il mercato dell’accertameto tributario ai privati, con l’obbiettivo di controllare tutti i movimenti di merci, capitale e lavoro da sottoporre a tassazione potenziale,attraverso la determinazione del volume tassabile reale;

10. Istituire il magistrato economico per giudicare in materia di collisione tra proprietà privata e human rights, secondo il principio della maggiore esternalità negativa individuale e sociale;

11. Introdurre meccanismi di partecipazione orizzontale rispetto al Parlamento e al Governo agli enti rappresentativi di interessi costituiti e iscritti in un apposito albo publico;

12. Istituire il Board of sovereigntyche misuri la capacità da parte del governo di resistere alle pressioni dei gruppi internaizonali e che monitori il tasso di influenza dell’Italia e delle imprese italiane nella globalizzazione.




Sono dei punti semplici che potrebbero dare ai cittadini la sensazione che la sinistra ha compreso il passaggio alla globalizzaizone e si candida al suo cambiamento, magari anche radicale, secondo valori di sinistra, che molto spesso sono i valori costituenti della società, ma che nello stesso tempo voglia essere una sisnitra di governo nella globalizzazione libertaria.